The Walking Dead 6 – La calma prima della tempesta del 6×07

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A cura di Alexia Altieri
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La calma prima della tempesta – ecco, come riassumerei questo episodio. Anzi prenderei in prestito la calzante frase di Rick: “Non abbiamo neanche il tempo di riprendere fiato”. E, mentre qualcuno sta ancora gioendo perchè Glenn è vivo, qualcuno si gongola per aver fatto centro con la Teoria del cassonetto e qualcun altro sta scuotendo la testa, allibito dalla progressiva perdita di credibilità dello show, ecco subito un cliffhanger con il botto (anzi con il crollo) che riporta il livello di tensione alle stelle.

Le sette vite di Glenn

Anche questa volta il nostro ex ragazzo delle pizze se l’è cavata per il rotto della cuffia. Io, personalmente, ho tirato un sospiro di sollievo anche se già nell’aria aleggia il dubbio pungente che dovremo comunque prepararci a direaddio a uno dei nostri beniamini sopravvissuti – probabilmente nella prossima puntata, mid season finale. E se questo personaggio fosse proprio Maggie? Sarebbe un paradosso, però forse costituirebbe una via di fuga per gli show runner, i quali potrebbero così riscattarsi e tornare in pista, rispolverando il caro vecchio mantra: in The Walking Dead non esiste etica, chiunque può morireTorniamo all’episodio – a seguito dei titoli di testa veniamo subito accolti dal familiare sparo alla testa di Nicholas. I due cadono e, come da copione, i famelici non morti si pappano il suicida sotto lo sguardo terrorizzato di Glenn – il quale riesce a sgattaiolare da quell’orrido banchetto e rifugiarsi sotto al cassonetto. Rimane lì, scioccato – gli erranti via via se ne vanno e la ribelle Enid, che è ancora ossessionata dalla sigla JSS, lo trova e gli porge una bottiglietta d’acqua. In tutto ciò, non lo vediamo mai comunicare al walkie talkie – quindi, chi fosse quella voce bisognosa di aiuto che abbiamo sentito alla chiusura della scorsa puntata rimane ancora un mistero.  Tuttavia, ora abbiamo la prova che Norman Reedus è sincero: l’attore ha sempre sostenuto che l’enigmatico Help non provenisse dal ricetrasmittente del nostro coreano preferito.

Nell’Alexandria che vorrei …

Nel frattempo, gli abitanti di Alexandria sembrano essersi trasformati nella famiglia del Mulino Bianco. Deanna ha ritrovato la propria sanità mentale e gira per le strade sorridente, con una planimetria arrotolata, stretta sotto braccio e cerca di esporre a Rick i propri piani per espandere la città. Padre Gabriel affigge locandine che invitano tutti i cittadini a partecipare alla predica. Rick insegna all’amico-nemico di Carl (che sembra pericolosamente trasformarsi sempre più in uno degli One Direction) a maneggiare la pistola. Carol, invece, sospettosa come sempre, si aggira con Judith in braccio e riesce – in quei pochi minuti di apparizione che le vengono concessi – a scovare la tana del lupo, in casa di Morgan.

Nel frattempo la telecamera continua a inquadrare un rivolo di sangue che scorre attraverso la palizzata che divide Alexandria dall’orda di zombie – come a indicare che, nonostante la pace apparente, la minaccia è sempre là fuori e continua a incombere sulla città come una spada di Damocle pronta a cadere sulla testa degli abitanti. Tutta questa armonia viene interrotta, per un attimo, da una nota grave: in questa puntata, Spencer, il figlio di Deanna, si è aggiudicato l’opportunità di fare la mossa stupida, avventata, non sense della settimana! Lo vediamo mentre tenta di superare la palizzata con una corda, sospeso sull’orda di zombie – degno dei peggiori film della Marvel. Ovviamente l’escamotage assunto dal ragazzo per superare la folla risulta precario e rischia di finire in pasto alle bestie. Gli zombie sembrano sempre di più una moltitudine di ragazzine impazzite durante un concerto, con la bocca spalancata e le braccia al cielo e, qualcosa mi dice, che se Spencer vi fosse caduto sopra non sarebbe finita come per Morgan dei Bluvertigo.

Breccia

Verso la fine dell’episodio tutti i pezzi del puzzle sembrano finalmente poter andare al proprio posto: Glenn è ormai giunto alle porte di Alexandria, in compagnia di Enid e di un mazzo di palloncini a elio, verdi. Maggie, che ogni giorno dall’alto della palizzata fissa l’infinito in attesa di scorgere la sagoma del marito all’orizzonte, vede il mazzo di palloncini verdi alzarsi nel cielo e gioisce: per lei, inequivocabile avvisaglia che Glenn sta finalmente tornando da lei. Tutto bello, finchè … la torre crolla, distruggendo la recinzione – divisorio tra vita e morte – e aprendo un varco ai vaganti.

Prego, entrate pure.

6×08 – Start to Finish

Dal promo è facile evincere i due capisaldi del puntatone di mid season finale: Panico e Caos. Su internet iniziano a serpeggiare grossi spoiler, tuttavia non ho voluto rovinarmi la sorpresa – pertanto, mi limiterò a riprendere il claim che gli autori hanno scritto per il prossimo episodio: “Dopo aver avuto qualche momento di pace, il pericolo fa breccia ad Alexandria di nuovo. Solo che questa volta il problema potrebbe essere troppo grande da risolvere”.

The show must go on.

The Walking Dead 6 – L’animo gentile di Daryl Dixon e una finestra sul 6×07

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A cura di Alexia Altieri
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Il sesto episodio di The Walking Dead – Always Accountable, scorre via abbastanza anonimamente fino a pochi minuti dai titoli di coda, ma prima analizziamo quanto è successo.

SPLIT SCREEN

Finalmente gli autori tornano a puntare i riflettori su quei poveri tre disgraziati di Daryl, Abraham e Sasha. Li avevamo lasciati così: Daryl in sella alla sua moto, sempre più randagio, e la “strana coppia” formata dal fulvo omone e dalla ragazza inguaribilmente tendente all’autolesionismo a bordo della loro station wagon – tutti e tre mossi dal vano tentativo di allontanare l’orda di zombie che si sta dirigendo verso Alexandria, attratta dal famoso clacson. Come se non bastasse la minaccia di erranti e Lupi, eccone una nuova: un commando di uomini attacca il trio e lo costringe a dividersi. Piccolo inciso: è possibile che a capo di questo nuovo gruppo ci sia Negan, il miglior villain del fumetto a cui non è stato ancora dato un volto nella serie. Così, Daryl brancola nella foresta – che ha più le sembianze di una steppa bruciacchiata (Glenn è riuscito ad appiccare il fuoco?) – mentre i due si rifugiano in un appartamento, dove si intratterranno in articolate conversazioni nonsense, in attesa che il loro compagno li ritrovi.

L’ANIMO GENTILE DI DARYL DIXON

Ritrovatosi solo nella foresta, Daryl stupisce in maniera inedita, dimostrandosi goffo e sprovveduto di fronte ai pericoli reali che gli si presentano: forse fin troppo assuefatto a nemici barcollanti, dall’aspetto cereo e sanguinolento. L’arciere viene sorpreso da tre sopravvissuti che lo colpiscono e lo legano – convinti che sia un esponente dei temibili Wolves. Per fortuna il bel tenebroso riesce a liberarsi e fuggire … finché non si rende conto che nel borsone rubato ai tre assalitori, ci sono dei flaconi di insulina. Ed ecco che torniamo al solito punto: ogni atto di compassione, umanità, gentilezza compiuto in questa saga, provoca sempre l’effetto opposto. Il dogma Fai del bene e riceverai bene non è mai stato così inesatto. Com’era facilmente intuibile, il buon Daryl torna dai suoi assalitori e riporta il borsone con le medicine necessarie alla sopravvivenza della ragazza diabetica, che ne fa parte. Risultato? Cornuto e mazziato – non solo lo abbandonano al suo destino nel bosco, ma gli rubano anche moto e balestra, sancendo la fine di un’icona.

HELP

Mentre Abraham e Sasha sono impegnati in un inconcludente flirt, ecco apparire Daryl-dalle-mille-risorse a bordo di un camioncino di benzina. Il trio, finalmente riunito, si dirige ora verso Alexandria: Daryl impugna il walkie talkie e prova a contattare Rick. Una voce risponde, non è Rick – chiede Aiuto. Sei tu Glenn? Io ho visto l’episodio in lingua italiana e, personalmente, non mi è parso di riconoscere il tono di Glenn – tuttavia, vulture.com ha isolato quel Help e l’ha messo a confronto con un’estrapolazione della voce di Glenn che pronuncia quella parola: per sentirlo, cliccate qui. Nonostante Norman Reedus continui a smentire che quella voce appartiene al nostro eroe coreano, non possiamo fare a meno di aggrapparci a questa speranza – nella consapevolezza che nel prossimo episodio, finalmente, sapremo la verità.

EPISODIO 6×07 – Heads Up

Mancano solo due episodi al mid season finale e la tensione cresce. Dal promo dedicato al prossimo Heads Up, vediamo con piacere che – dopo sette episodi – finalmente il gruppo è riuscito a riunirsi sotto lo stesso grande “tetto” di Alexandria. Nonostante questo sembra che non sia ancora arrivato il momento di tirare il fiato: dalle poche immagini contenute nel video promo, comprendiamo subito che faremo ancora incetta di zombie e panico. Purtroppo, il destino Glenn sembra ancora destinato a rimanere fuori campo. In totale antitesi rispetto ad un promo all’ultimo respiro, lo sneak peek vede Rick, Morgan e Michonne seduti intorno al tavolo, immersi in una discussione animata. Lo spirito pacifista di Morgan inizia a fare a pugni con l’anima irruenta di Rick: questo faccia a faccia potrebbe essere il primo sintomo di una guerra civile?

The Walking Dead 6 – Fari puntati su Maggie nel 6×05 e il promo su Daryl 6×06

A cura di Alexia Altieri
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Il quinto episodio della sesta stagione di The Walking Dead intitolato Now, aiuta gli showrunner a smorzare la tensione accumulata nel corso degli avvenimenti precedenti. Si può definire un episodio filler, che procede linearmente senza farci mai particolarmente balzare sulla sedia. Unica rivelazione degna di nota è la gravidanza di Maggie: tuttavia, non possiamo fare a meno di accogliere la lieta novella con un po’ di amaro in bocca. Per quanto gli autori continueranno a mettere il dito nella piaga?

LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE (speriamo anche Glenn!)

Michonne torna ad Alexandria e allerta Maggie sulla perdita delle tracce di Glenn – il quale non ha più risposto al walky-talky dopo essersi diviso dal resto del gruppo per appiccare l’incendio che avrebbe dovuto fungere da diversivo, insieme a Nicholas. In questa occasione sarebbero tornate molto utili le due spunte di Whatsapp. Vediamo il nome di Glenn apparire sulla parete dedicata al ricordo di chi forse non tornerà mai… Eppure Lauren Cohan – l’attrice – ci confida che Maggie nella sua mente si rifiuta di credere che Glenn sia morto. E anche noi. Infatti decide di andare a cercarlo. Aaron prima prova a fermarla, poi decide di accompagnarla in questa missione suicida. Non riescono neanche ad uscire dalle pareti di Alexandria che già si rendono conto dell’impossibilità della cosa – in particolare per Maggie, che è incinta. Diciamo che l’apocalisse zombie non è il contesto migliore in cui mettere al mondo un figlio, tuttavia sembra che la coppia avesse già in precedenza accettato questa prospettiva con gioia – l’attrice rivela: “Il mondo non si ferma quando il mondo si ferma. Per me è giusto che ciò sia accaduto”. Quindi, a quanto afferma Lauren, sembra che Glenn fosse già al corrente di questa cosa – e probabilmente è per questo che ha impedito che la compagna lasciasse la città insieme a lui. L’attrice ci lascia anche intendere che avremo modo di esplorare come ha reagito la coppia davanti a tale prospettiva. La commovente parentesi su Maggie, in cui assistiamo in silenzio all’intimità del suo dolore e della sua preoccupazione, si conclude con una struggente sequenza in cui la vediamo intenta a cancellare il nome di Glenn dal “muro del pianto” – dedicato alle vittime – con un sorriso sulle labbra e una speranza accecante negli occhi.

FUORI CAMPO

Quasi fuori campo, assistiamo alle vite degli abitanti di Alexandria. Vediamo Carl che, in balia alla pubertà, già sappiamo che si caccerà nei guai per inseguire Enid nella foresta; Denise ritrova la fiducia in sé stessa, nelle proprie abilità mediche e in un sentimento che forse non vale la pena reprimere; Deanna, in preda all’isteria, assomiglia in maniera sempre più preoccupante ad Elise Rainier di Insidious, e suo figlio Spencer passa da modello d’integrità per il gruppo ad alcolista. La persona che più di tutte sembra avere la reazione più consona è Jessie, la quale ha ormai interiorizzato totalmente il dogma “Combatti o muori”. Rimane fuori campo anche la nascita di una love story: il bacio tra Rick e Jessie restituisce un po’ di romanticismo allo scenario da incubo a cui i nostri sopravvissuti sono costretti da ben sei stagioni.

Anticipazioni 6×06 – Always Accountable

Il promo ci presenta già i protagonisti del prossimo episodio: Sasha, Abraham e Daryl – l’arciere è solo, nella foresta, circondato da zombie famelici…dobbiamo temere anche per la sua vita? Non facciamo scherzi! Sembra che gli autori vogliano tenerci un altro po’ sul filo del rasoio per quanto riguarda il destino di Glenn; tuttavia, a detta di alcuni spoiler, pare che l’episodio 6×07 – Heads Up, sia quello decisivo per avere finalmente delle risposte a riguardo!

La nostra idea? Dovremo mangiarci un altro po’ di unghie.

The Walking Dead 6 – Pausa di riflessione sul 6×04 e i due Promo del 6×05

A cura di Alexia Altieri
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Here’s Not Here – Questo quarto episodio segna una battuta d’arresto, gli autori sembrano strizzarci l’occhiolino e dirci: “Ok, potete fermarvi un attimo a riprendere fiato”.
E, visto il polverone alzato dalla morte (reale o presunta) di Glenn nell’episodio precedente, non potevano scegliere momento migliore per raccontarci cosa è successo nel tempo intercorso tra il Morgan psicopatico e la sua versione Zen.
Tuttavia, anche questa volta The Walking Dead riesce a sorprendere: la narrazione risulta godibile, sensata e, a tratti, emozionante in maniera inedita.

One Man Show

Morgan Jones è l’indiscusso uomo-puntata: protagonista di questa (snervante) pausa di riflessione.
Con chiaro rimando a Clear – episodio della terza stagione in cui vediamo riapparire un Morgan tormentato dai demoni interiori, mosso da una violenza cieca – ritroviamo il nostro protagonista in preda alla disperazione. Lo vediamo fare incetta di zombie sventrati, in cui intinge il bastone per scrivere con il sangue su tronchi, pietre e chi più ne ha più ne metta, parole che suonano come lapidari moniti, tra cui Clear – ripulire. Morgan brancola nella foresta, uccidendo zombie e innocenti, finché non incappa in una simpatica capretta, una baita in legno impreziosita da un orto rigoglioso e un’educata voce fuori campo che lo intima a riporre l’arma. Ovviamente, Morgan “Il Pulitore” non abbassa la guardia e lo sconosciuto è costretto a metterlo fuori gioco con un ponderato colpo di bastone.

Per cambiare il mondo bisogna cambiare sé stessi

Morgan si risveglia in una piccola cella improvvisata all’interno della casa e fa la conoscenza di Eastman, uno psichiatra di Atlanta – simbolo di rettitudine e integrità in un mondo corroso e ridotto allo sbando dalla mostruosa apocalisse zombie.
Eastman scuoterà Morgan dal torpore in cui era caduto a seguito dei tragici avvenimenti che ne hanno segnato inevitabilmente quel che ne rimaneva della sua esistenza, e lo ricondurrà verso una nuova consapevolezza.
Inizia così un intenso addestramento. Nella pace di una spiaggia all’alba, abbiamo la sensazione per un attimo di assistere a The Karate Kid: vediamo Eastman, nei panni di un improvvisato Mr. Han, maneggiare abilmente un bastone, istruendo Morgan all’akido – un’antica arte marziale giapponese che mira alla conquista della padronanza di sé stessi: meta raggiungibile soltanto attraverso l’acquisizione di una profonda conoscenza della propria natura interiore. Eastman innesta un meccanismo di redenzione in Morgan: lo erge ad una nuova filosofia di vita fondata su un imprescindibile dogma –“Tutte le vite sono preziose”.
Gli insegna il rispetto per la natura e per gli animali, invitandolo a nutrirsi di hamburger d’avena e formaggio di capra: un’inaspettata svolta veg in un mondo dominato da brutali cannibali.

Chi si fa gli affari suoi campa cent’anni

Ormai non è più un colpo di scena: ogniqualvolta un personaggio ha uno slancio di coraggio e decide di intromettersi per salvare la pelle di un compagno in difficoltà, ci lascia la sua. Ed ecco che quando Morgan si trova di fronte ad uno zombie con il volto martoriato del ragazzo che lui stesso ha ucciso senza motivo a inizio episodio, ha un attimo di disorientamento – molto più che un attimo. Quando Eastman si rende conto che quell’attesa potrebbe risultare fatale per il suo amico, non indugia e si lancia sul mostro – il quale prontamente lo “assaggia”, affondandogli un morso ben piazzato sulla schiena, prima di stramazzare al suolo.
Non sorprende che sia proprio il sacrificio l’ultimo atto compiuto da Eastman – figura quasi profetica, a cui la vita ha insegnato a duro prezzo che la vendetta non placa il dolore ma gli da ossigeno. La consapevolezza della propria imminente fine porta Eastman ad aprirsi con Morgan, confidandogli il suo tragico passato – che può essere sintetizzato nel nome di Dallas Wilton, carcerato psicopatico a cui Eastman negò l’attestato di sanità mentale e quindi la libertà. Dallas evase dal penitenziario in cui era recluso solo per massacrare fino ad uccidere la moglie e i figli dello psichiatra – il quale poi, a sua volta, l’ha rinchiuso nella piccola cella costruita ad hoc tra le mura della propria casa e l’ha osservato morire di fame. Stava andando ad Atlanta per costituirsi, quando ha preso coscienza di quello che stava accadendo – tuttavia, il suo mondo era crollato ben prima della fine di quello che tutti conosciamo.

Then

Tabitha

Questo episodio ci lascia un retrogusto amaro. In primis per la tragica dipartita della simpatica capretta Tabitha – e siamo già alla seconda stretta al cuore nel giro di sole quattro puntate.
In secundis per il commovente ultimo gesto di Eastman, che cede il proprio amuleto personale a Morgan – un oggetto che gli aveva regalato la figlia, il suo portafortuna.
Così si chiude un cerchio. Ma per una porta che si chiude, c’è subito un portone pronto a spalancarsi. Ed ecco che proprio negli ultimi minuti facciamo una scoperta che non promette nulla di buono: Morgan, sempre in bilico tra guerra e pace, ha avuto la brillante idea di tenere in ostaggio un esponente degli Wolves.
A tal riguardo, Gregory Nicotero – produttore dello show, ha dichiarato: “Morgan sta giocando con il fuoco”.
Morgan, non lo sai che il Lupo perde il pelo ma non il vizio?
Nel frattempo, qualcuno è arrivato alle porte di Alexandria e intima concitatamente di aprire il cancello – la voce non ci è nuova: sei tu, Rick?

Anticipazioni Episodio 6×05 – Now

Dopo questo viaggio nel passato, portiamo avanti i nostri orologi e torniamo all’Oggi – Now.

Dai promo disponibili, è subito chiaro che verremo ri-catapultati violentemente al presente che ben conosciamo: nessun dolce risveglio da questa temporanea amnesia atemporale.
Siamo nuovamente di fronte ad un branco di zombie affamati che circuiscono Abraham, Sasha e Daryl – non ha fatto a tempo a scendere dalla moto che già è nei guai.

Siamo nuovamente immersi nello scenario mortifero dell’ex self zone Alexandria – dove i sopravvissuti ripuliscono le strade dai cadaveri e Jessie chiude il siparietto di pochi secondi con un poco raccomandabile: “Se non combattiamo, moriamo”.
Ci risiamo.
E poi c’è Maggie che si mette in viaggio alla ricerca di qualcosa, o qualcuno. La vera domanda non è se lo troverà, ma cosa troverà – a tal proposito, abbiamo fatto un’amara constatazione: il nome di Steven Yeun (Glenn) non è comparso tra i titoli di testa. Strategia o dura realtà?
Ai posteri l’ardua sentenza.

The Whispers – La nuova serie prodotta da Steven Spielberg


A cura di Alexia Altieri
Articolo pubblicato su NewsCinema Magazine di Ottobre 2015 – Anno II – N.09 – 
[Pagg. 97-100] (download qui)

“Ci piace giocare con i nostri figli.
Ma cosa succede quando qualcuno inizia a giocare con loro?
Qualcuno che non conosciamo.
Che non possiamo vedere.
E non riusciamo a sentire”.

Questa, la sinistra premessa che aleggia attorno a The Whispers – la nuova serie televisiva firmata dal network americano ABC, che ibrida i generi drama, fantascienza e thriller, e promette di farci trasalire … e anche mangiare qualche unghia!
La serie è in onda su Fox dal 8 settembre e vanta l’altisonante nome di Steven Spielberg tra i produttori esecutivi – non è un caso che la trama paia essere contaminata da alcuni suoi cult, come E.T. e Poltergeist. L’ingarbugliato intreccio al cardiopalma s’ispira a Zero Hour, romanzo breve di Ray Bradbury, il cui tema centrale è la violazione dell’innocenza– la storia è parte di una raccolta del 1951, The Illustrated Men, che narra la vicenda di un ex galeotto con dei tatuaggi in grado di animarsi e predire tragici avvenimenti futuri: una di queste, si basa proprio su dei bambini ossessionati da un gioco chiamato Invasion.
Inizialmente, l’ambizioso progetto di The Whispers era stato intitolato The Visitors – l’autore, Soo Hugh ha probabilmente scelto in un secondo momento di dare rilievo ai sussurri, alle tacite e letali sfide “giocose” che dominano la serie.
Tuttavia, il rimando alla dimensione aliena è abbastanza intuibile.

A Washington D.C. sta avendo luogo, da qualche tempo, uno strano fenomeno: diversi bambini hanno iniziato a parlare, contemporaneamente, con Drill – un amico immaginario le cui azioni sono molto reali, che manipola i bambini e li persuade a fare giochi molto pericolosi, che mettono in pericolo la vita dei loro genitori.
È proprio così che si apre la serie. La puntata pilota ci fornisce già tutti gli ingredienti principali: una bimba di nome Harper che gioca con il proprio amico immaginario, l’invito di Drill a compiere un gioco mortale, che prevede che la sua mamma si posizioni sulle travi manomesse della casetta sull’albero, un incidente quasi fatale.
“Ho vinto, ho vinto! Mamma, adesso puoi svegliarti  … Mamma?

Cast di The Whispers

Un elemento imprescindibile delle fiction americane ambientate nel cuore del potere politico a stelle e strisce – quale è Washington D.C. – è la presenza dell’FBI. Claire Bennigan (Lily Rabe di American Horror Story) è l’agente specializzata in comportamento infantile, che prende in mano il caso. In concomitanza, prende piede un altro fenomeno paranormale, che vede coinvolto un agente del Dipartimento della Difesa (nonché amante di Claire), Wes Lawrence (Barry Sloane di Revenge), il quale, nel bel mezzo del deserto del Sahara scopre un bizzarro fenomeno geologico – che sembra coinvolgere proprio una navicella aliena. Il fatto che i due misteri possano essere in qualche modo connessi tra loro non sorprenderebbe – tuttavia, l’accostamento di fattori quali, bambini, segnali udibili solo a loro, loschi figuri visibili solo a loro e minaccia aliena, preannunciano inevitabilmente che la soluzione dell’equazione assomigli molto all’epilogo di Segnali dal futuro (Alex Proyas).
Nonostante sia appena nata, la serie ha già riscosso più di una critica: in particolare, in molti hanno sollevato il timore che The Whispers finisca per rivelarsi la solita fanfiction americana, con così tanti personaggi e intrighi da mutare rapidamente da un interessante spunto narrativo ad una confusionaria matassa, abbellita dagli effetti speciali e dai tanti volti familiari ai telefilm addicted, che compongono il cast.

La piccola Kylie Rogers in una scena della serie TV.

Oltre a Lily Rabe e Barry Sloane, nel cast figurano anche Milo Ventimiglia (Heroes, Una mamma per amica) – nei panni di un misterioso clochard che insegue discretamente le giovanissime vittime dell’amico (poco) immaginario Drill, e Kristen Connolly (House of Cards). Un altro plus della serie è senz’altro la presenza di Zack Estrin (Prison Break, Tru Calling, Streghe, … ) nel team degli sceneggiatori.
Tuttavia, la ABC non ha ancora deciso se rinnovare o cancellare la serie TV, sulla cui – tra le altre cose – grava anche la possibile perdita di due protagonisti, Lily Rabe e Milo Ventimiglia, la prima contrariata dallo spostamento del set da Los Angeles a Vancouver, ed il secondo tentato dalla possibilità di diventare protagonista di Shooter – nuovo potenziale show americano di USA Network.

Senz’altro The Whispers merita una visione – in particolare da parte dei cultori del genere fanta-horror. Per i divoratori di comedy e teen-drama, invece, la visione è consigliata con la presenza di un amico, non immaginario – pena, incubi perenni e allucinazioni sonore.

The Walking Dead 6 – Ancora non ci credo, ma “ci scrivo”: congetture sul 6×03 e focus sul 6×04

A cura di Alexia Altieri
Articolo pubblicato su NewsCinema – a questo link bit.ly/1M316Ee

Thank You – terzo episodio della sesta stagione di The Walking Dead è la conferma che qualcosa è cambiato. Anche questa puntata appare ben strutturata e ben sviluppata dal punto di vista narrativo. Non abbiamo neanche il tempo di gioire di questo innalzamento del livello qualitativo della serie che la AMC decide subito di tirarci un colpo mancino.

L’unione fa la forza:

Ormai è un dato di fatto: divisi, i sopravvissuti sono estremamente vulnerabili. Il terzo episodio si apre proprio sulla pessima idea di Rick: il gruppo deve dividersi. Così, Michonne e Glenn hanno la missione di tornare ad Alexandria – proprio dov’è diretta la mandria di morti affamati – alla guida di un gruppo di inesperti (e disastrati) compagni di viaggio. Il lungimirante Rick, che ormai ha totalmente perso ogni principio morale, aveva espressamente detto ai suoi amici fedeli di proseguire senza mai guardare indietro e, se necessario, lasciare gli altri sprovveduti lungo la strada. Se abbiamo imparato qualcosa da The Walking Dead è proprio che la propensione ad aiutare il prossimo si paga sempre a caro prezzo. Ed il conto è stato presentato proprio a uno dei personaggi cardine della serie.

È tutto vero?

Una puntata al cardiopalma che genera emozioni forti e tiene alto il livello d’azione introdotto nei primi episodi: ed ecco che mentre siamo con il fiato sospeso, un accadimento ce lo spezza. Ma è successo davvero? Riavvolgiamo il nastro: Glenn e Nicholas si sono separati dal resto del gruppo per mettere in atto un diversivo che faccia allontanare l’orda di walkers che si sta dirigendo verso casa. Ma qualcosa va storto e i due si ritrovano in un vicolo cieco. Circondati da una fitta massa di vaganti putrefatti e sorprendentemente aggressivi, la loro prospettiva di salvezza vacilla e sembra ridursi ad un cassonetto dell’immondizia sul quale ergersi tentando di scampare alle manate avide di quei mostri. Nicholas capisce di non avere più speranze, si rivolge a Glenn con un Thank you, si punta la pistola alla tempia e si spara. Il suicidio viene lasciato fuori campo – la dinamica ci viene descritta dallo sgomento sul volto Glenn che, subito dopo lo sparo, viene ricoperto di sangue. Il corpo senza vita di Nicholas vacilla e trascina con sé anche Glenn che perde l’equilibrio e cade nella massa. A questo punto assistiamo tutti – più o meno lucidamente – all’immagine di Glenn sovrastato dagli zombie che estraggono bramosi viscere sanguinolente. La perdita di Glenn è un duro colpo per i fan della serie – poiché il suo personaggio è presente fin dalla prima stagione, quando salva Rick damorte certa ad Atlanta, e lo segue fedelmente fino al presente. Glenn è il personaggio che più di tutti era riuscito miracolosamente a conservare la propria etica morale e la propria umanità – a differenza di Rick e Carol che sembrano essersi arresi alla realtà selvaggia in cui l’unica legge valida rimane quella del più forte.

La speranza è l’ultima … a morire:

Un lutto difficile da elaborare. Nel web già serpeggia la teoria che Glenn non sia morto: ci si aggrappa alla remota possibilità che possa essersi rifugiato sotto il corpo smembrato di Nicholas e che, grazie a questo escamotage, riesca a sfuggire all’attenzione degli azzannatori. Che i fan siano affranti e vogliano aggrapparsi ad un’ultima speranza è comprensibile: chi non ha sperato per un secondo che Hershel Greene avesse potuto salvarsi ricucendo il capo al collo, a mò di Frankenstein? Ok, questa è sicuramente un’ipotesi più plausibile di quella di Hershel …e non voglio dare false speranze, però è anche vero che lo showrunner Scott Gimple – in occasione del Talking Dead show, ha rivelato che “rivedremo ancora Glenn in qualche modo”. È proprio quel in qualche modo la nota stonata. Insomma il caso Glenn rimane aperto.

Dove siamo rimasti?

Nel frattempo, l’impavida Michonne è riuscita a cavarsela, a proseguire verso Alexandria pur lasciandosi qualche cadavere alle spalle. Daryl sta ancora girando a vuoto con la sua moto, la cui benzina sembra non finire mai – a differenza dei mezzi che sceglie Rick che lo lasciano puntualmente a piedi. Ed è proprio Rick il protagonista del cliffhanger di questo episodio: dopo essere scampato all’attacco degli Wolves, si ritrova con un camper che non parte, attorniato di zombie che stanno avanzando verso di lui – attratti dalla sparatoria avuta con i Lupi. L’espressione di Rick non è delle più confortanti – per la prima volta ci appare davvero spaventato e disarmato – ma siamo sicuri che se la caverà anche stavolta.

Anticipazioni 6×04 – Here’s not here:

Dal promo appare chiaro che il nuovo episodio sarà incentrato su Morgan – sul percorso che ha compiuto e sulla sua evoluzione emotiva, anche a seguito della perdita del giovane figlio. Inoltre, c’è una buona nuova per i fan del fumetto ideato da Robert Kirkman: l’introduzione di Paul Monroe (Tom Payne), meglio noto come Jesus – personaggio promettente di cui, ad oggi, sappiamo solo che sarà un combattente valoroso e diventerà un fidato seguace di Rick. Ma il rovesciamento della medaglia c’è: insieme a lui probabilmente arriverà anche una nuova minaccia, in grado di mettere seriamente in pericolo la vita dei nostri sopravvissuti – che risponde al nome di Negan. Tuttavia, ad oggi non c’è nulla di ufficializzato a riguardo.

The Walking Dead 6 – Tutto quello che vi è sfuggito della 6×02 e tutto ciò che non vorreste sapere della 6×03

A cura di Alexia Altieri
Articolo pubblicato su NewsCinema – a questo link http://bit.ly/1MIX28j

Il secondo episodio si apre su uno scenario di irreale normalità, carica di tensione e attesa. Le vite degli abitanti di Alexandria ci paiono sospese in una sorta di minaccioso limbo, come fossero rinchiusi in una bolla di sapone pronta a scoppiare. Un clima di tacita tensione travestita da ambigua tranquillità cittadina aleggia nell’aria e ci trasmette un lugubre presagio. Del resto, istruiti dalle scorse stagioni di The Walking Dead, ormai sappiamo per certo che la calma è un concetto astratto, apparente, che molto spesso diviene sinonimo di morte e distruzione. Ed ecco che subito ogni nostro sospetto viene fondato e quello che sembrava un paradiso – un universo parallelo dove Carol è una casalinga perfetta – subito, si tramuta in un vero inferno. Il timer da cucina inizia a trillare: sono pronte le lasagne … con un contorno di Wolves pronti all’attacco. Carol, spegne il forno, guarda fuori dalla finestra ed ecco apparire un brutale omicidio sullo sfondo. Mossi da una violenza cieca, i Wolves trucidano a sangue freddo gran parte della popolazione di Alexandria. Ne sfondano i confini con un camion, che si svelerà essere l’origine del funesto ed interrotto rumore di clacson sul quale si è concluso l’episodio precedente. Assistiamo a ciò che accade in controcampo, rispetto all’azione a cui avevamo lasciato i nostri beniamini – così, mentre Rick, Michonne, Glenn e Daryl cercano di spartire il traffico di walkers, a mo’ di vigili urbani, ad Alexandria si consuma l’ennesima tragedia. Il tutto sotto gli occhi di un nuovo personaggio – Denise, la dottoressa sprovvista sia di abilità chirurgiche sia di pelo sullo stomaco, e Morgan – che ci fa lì? Non l’avevamo lasciato al seguito dell’altro gruppo?

TEMPISMO PERFETTO

Molti telespettatori si domandano se la perfetta orchestrazione tra l’assenza del gruppo principale e l’attacco degli Wolves sia frutto di un’amara coincidenza, o della soffiata di un’ignobile talpa. E se questa talpa fosse proprio Enid? L’abbiamo vista lasciare un criptico messaggio a Carl, che poi svela anche la natura dell’acronimo che dà il titolo all’episodio: Just Survive Somehow – Sopravvivi come puoi. Che Enid abbia barattato la propria sopravvivenza con la vita degli indifesi concittadini? Un altro aspetto che sembra concorrere a suo sfavore è una frase, molto ambigua, che la ragazza ha detto a Carl – a cui forse la maggior parte di voi non ha fatto nemmeno caso – quando gli spiegava che Alexandria è troppo grande per essere difesa, “ci sono troppi punti ciechi ed è così che siamo stati in grado di” … A voi le dovute conclusioni.

SUPER CAROL

Indubbia protagonista di questa nuova puntata, la mitica Carol passa dal dispensare moniti intimidatori a bambini spaventati, allo sfornare lasagne, al marchiarsi la fronte con una W di sangue per confondersi nella mischia di assassini nel giro di 10 minuti. Il personaggio interpretato da Melissa McBride si conferma più agguerrita e scaltra che mai – a mio avviso, il suo è uno dei pochi personaggi ad aver davvero subito un’evoluzione nel corso delle stagioni. Che sia sulla buona strada per diventare un nuovo leader? La sua interprete ne parla in questi termini: “La vedranno come una combattente capace e forse ispirerà alcuni di loro. E’ impressionante per me scoprire il modo in cui ha deciso di sopravvivere, con pistole e coltelli sempre a portata di mano. A conti fatti, quest’esperienza è solo il campanello d’allarme che Rick ha cercato di mettere in funzione per tutto il tempo. Tuttavia, è doveroso ribadire che non ne sia stato in grado”. Rick, attenzione: qualcuno minaccia di spodestarti …

Anticipazioni 6×03: THANK YOU

Dal titolo ancora più enigmatico, forse, del capitolo precedente, questo nuovo episodio si preannuncia all’insegna dell’azione, dell’attacco e del contrattacco. Dal promo si evince il peggio: l’orda di zombie sta tornando a casa. Il tentativo di arginare il pericolo e indirizzare i walkers altrove è stato vano ed ora i nostri protagonisti si trovano a dover fronteggiare due notevoli minacce: da una parte il branco di dormienti, bramosi di sangue vivo, dall’altra i violenti assassini che usano marchiarsi con il sangue versato. Ma non è tutto. Nel lasciarvi, debbo darvi un altra brutta notizia: sembra che non tutti i ragazzi del gruppo riusciranno a portare a compimento il viaggio di ritorno a casa.

The Walking Dead 6 – Recensione della prima puntata e alcune tips sulla 6×02

A cura di Alexia Altieri
Articolo pubblicato su NewsCinema – a questo link http://bit.ly/1W2Bt7z

Dopo una lunga attesa, la première della sesta stagione di The Walking Dead – dalla durata eccezionale di 90 minuti – non ha entusiasmato i fan. La serie culto di Frank Darabont torna per una First Time Again e apre il sipario su uno scenario post-apocalittico: una cava colma di zombie, un nuovo pericolo da arginare.

THE WALKERS – IL RISVEGLIO

Questa volta, però, abbiamo la sensazione di dover fronteggiare una minaccia maggiore: i walkers sembrano più aggressivi, più voraci, più forti. Famelici di carne umana e di riflettori: lo zombie che con tanta veemenza si insidia tra i container e, nonostante si squarti completamente, prosegue rabbioso è emblematico – i vaganti non faranno più solo da contorno in questa sesta stagione e gli spettatori non potranno più deriderli mentre l’uno dopo l’altro si lasciano cadere in un precipizio, o camminano imperterriti verso una porta chiusa con fare assopito. Gli zombie si sono svegliati dal loro torpore di esseri maledetti, condannati ad un purgatorio putrefatto, in bilico tra la morte e la non-morte – sono pronti a ribellarsi, a prendersi la scena. Tuttavia, The Walking Dead rimane una serie incentrata sulle scelte compiute dagli uomini – e, talvolta, proprio l’umanità diventa sinonimo di debolezza e, quindi, di tragedia: Rick Grimes (Andrew Lincoln) sono gli eroi e gli antieroi di sé stessi. Come nella vita di tutti i giorni, il domani si plasma sulla base di ciò che scegliamo oggi, gli zombie non sono altro che l’inevitabile, l’allegoria di un destino fatale dal quale talvolta riusciamo a sfuggire, talvolta invece ci induce a soccombere.

UN PIANO QUASI PERFETTO

Gli erranti sono diretti ad Alexandria. C’è bisogno di un piano d’azione e c’è bisogno di un leader come Rick – il quale ha mostrato fin dall’origine un insano scetticismo verso quella che si presentava come un’oasi felice, sotto la quale ribolliva un demoniaco presagio di morte pronto ad esplodere. Rick non si è lasciato tentare, ha voluto consolidare la difesa fin da subito. Ed anche questa volta ha confezionato un piano d’azione, la cui preparazione ed esecuzione è valsa tutta la lunghezza dell’episodio … per poi essere totalmente vanificato dal cliffhanger finale. Mentre tutto sembrava stesse procedendo nel migliore dei modi – con la mandria di zombie addomesticata che seguiva obbediente il rombo della moto di Deryl – ecco qualcosa pronto a squarciare il silenzio. Il rumore di un clacson – assordante, beffardo – che proviene“da casa” e risuona, rimbomba nelle nostre orecchie ben oltre i titoli di coda. La sensazione di essere di fronte ad una bomba ad orologeria pronta ad esplodere si fa sempre più forte. È questione di settimane, forse giorni, forse attimi e poi sarà guerra.

MORGAN JONES

The Walking Dead è tornato e non abbiamo neanche il tempo di riprendere fiato. Il passato ed il presente si susseguono, l’uno sull’altro, senza darci tregua. Assistiamo ad un incastro di bianco e nero e colore, perlopiù rosso – come il sangue che verrà versato. Già da questo primo episodio è chiaro che le personalità di Rick e Morgan si contrapporranno: “Dovremo conoscerci un’altra volta”, dice Rick – mente, poiché i due sono legati da una stima reciproca che li porta a riconoscersi istintivamente. Lo avevamo anticipato, Morgan assumerà il profilo di un uomo riflessivo, reso bonario dai suoi drammi, ai quali si è arreso. Rick, invece, convive quotidianamente con il fantasma della moglie morta, ma soprattutto con il terrore che a lei possano unirsi i suoi due figli. Tuttavia, l’unione (lo scontro) di questi uomini così diversi sarà una chiave interessante ed importante di questa sesta stagione. Lo stridere delle loro personalità darà il via ad un’evoluzione (o rivoluzione) della serie.

Anticipazioni 6×02 “JSS”

Il prossimo episodio si presenta ermetico fin dal titolo – JSS. L’acronimo potrebbe, con molta probabilità, significare Just Stand Still – Basta stare fermi: frase che, nella quinta stagione, un esponente dei temibili Wolves ha detto a Morgan. Le tre lettere appaiono nel promo dell’episodio 6×02, scritte dalla mano tremante di Enid – la ragazzina di Alexandria con cui Carl aveva stretto amicizia – sul finestrino appannato di una macchina, da cui è stato poco prima rimosso il cadavere ucciso per la seconda volta di uno zombie. Da qui, l’insediamento di un lecito dubbio: Enid è un Lupo?
Ma non è l’unico interrogativo con cui assisteremo bramosi al secondo episodio. La ripresa aerea della mandria imbizzarrita di zombie che sembrano in procinto di far breccia in Alexandria, il suono del clacson, il concerto dei volti disorientati di Rick, Michonne, Glenn e Deryl, ci hanno lasciato con il cuore pesante, la bocca amara e un’ingombrante sensazione di irrisolto. Chi sta suonando il clacson? Cosa escogiterà il gruppo per re-instradare gli zombie? Insomma, questa sesta stagione si presenta come una fucina pronta ad esplodere – o implodere, trascinando dentro di sé innocenti e colpevoli, umani e non-umani, Lupi e leader.

The Walking Dead – Anticipazioni e curiosità sull’attesissima 6° Stagione

Articolo pubblicato su NewsCinema Magazine di Settembre 2015 – Anno II – N.08 – [Pagg. 89-92] (download qui)

The Walking Dead è indubbiamente la serie televisiva statunitense più vista di tutti i tempi! Creata dal regista di Il miglio verde, Frank Darabont, la serie si basa sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore e Charlie Adlard.
Non è più la nostra serie, abbiamo delle responsabilità nei confronti dei nostri fan” – dice Andrew Lincoln, interprete del protagonista della serie, Rick Grimes, in occasione del Comic Con di San Diego del 2014.

Ed è proprio così, poiché The Walking Dead si può facilmente definire un fenomeno culturale, le cui tematiche vanno ben oltre gli zombie e i soliti ben consolidati topoi del cinema horror: la serie di Darabont parla di emozioni autentiche, di rapporti umani, di istinto di sopravvivenza e del labile confine che differenzia i buoni dai cattivi. Nonostante la presenza di esseri surreali, quali sono gli zombie, in The Walking Dead è tutto molto realistico e tangibile: negli episodi la parola zombie non viene mai usata – sostituita da appellativi, tipo “ambulanti” – proprio per infondere una maggiore credibilità alla storia.

Disperazione, gelosia, ossessione e malvagità si mescolano in un cocktail potenzialmente fatale che accomuna tutti i sopravvissuti sotto il segno di esseri umani fallibili e deboli, in cui il pubblico non fatica a immedesimarsi. Sullo sfondo di un futuro distopico e apocalittico, i protagonisti della serie sono chiamati a vivere una situazione al limite che li porterà a spogliarsi di etichette ormai futili, e a ritrovare i propri istinti primordiali, uno fra tutti quello di sopravvivenza.

Rick Grimes fa da guida a questo gruppo di anime, smarrite in uno scenario che ricorda molto quello di La strada, romanzo di Cormac McCarthy, in cui ogni riferimento è perso, e ogni forma di quotidianità e “normalità” è andata sgretolandosi sotto i loro piedi. Rick era un poliziotto, questa la sua posizione in una società di cui ormai non è rimasta traccia dopo la diffusione dell’epidemia che ha ridotto la maggior parte della popolazione mondiale a creature non-morte, animate unicamente da un insaziabile impulso cannibalistico. Un uomo dai forti principi morali che diviene suo malgrado leader del gruppo ma, strada facendo, qualcosa in lui si spezza, il suo spirito vacilla e una parte di lui si smarrisce. Prima ancora di essere un uomo, Rick è un genitore e il suo unico scopo diventa quello di garantire, giorno per giorno, l’incolumità dei suoi due figli: Judith e Carl.

Il leitmotiv di The Walking Dead, e probabilmente anche il segreto del suo successo, è che niente e nessuno è intoccabile: tutti possono morire, anche gli innocenti. La trama non risparmia nessuno e il pubblico non può che struggersi nel vedere cadere la testa del buon Hershel Greene (Scott Wilson) e gioire al soccombere la minaccia de Il Governatore (David Morrissey): quando regna il caos è la legge del più forte a prevalere.

Ma bando ai convenevoli! Il 12 ottobre 2015 andrà in onda in Italia il primo episodio della sesta stagione della serie – il cui trailer anticipa un’amplificazione del pathos e un moltiplicarsi di contrasti e tensioni. Come figura anche nella locandina ufficiale, la stagione sarà incentrata particolarmente sulla contrapposizione tra Rick e Morgan, due uomini che sono profondamente cambiati nel corso degli episodi: l’uno vede nel contrattacco l’unica possibilità di sopravvivenza, l’altro è animato da intenti pacifici. Sostanzialmente quello che differenzia in modo consistente i due uomini è, come lo stesso Lennie James (interprete di Morgan) ha affermato in occasione del Comic Con a San Diego, che “Morgan ora è in pace […] Il suo nuovo stile di vita lo metterà in conflitto non solo con Rick, ma anche con tutta la comunità di Alexandria. La differenza fondamentale tra lui e Rick è che Rick ogni mattina si sveglia pensando ‘Che cosa posso fare per il mio gruppo?’ mentre Morgan, da quando ha perso suo figlio Duane, si chiede ‘Che cosa posso fare per me?’


Nel corso di queste stagioni di The Walking Dead, se c’è una cosa che abbiamo imparato è che la tranquillità è un’illusione: ogniqualvolta i sopravvissuti credevano di aver trovato un luogo sicuro da cui poter ricominciare, ecco che tutto finiva nuovamente in tragedia. È il caso della fattoria in cui in origine vivevano Hershel e le sue figlie, Beth (Emily Kinney) e Maggie (Lauren Cohan), cui poi è seguita la prigione, che ha visto dimezzarsi il gruppo per via di una grave malattia infettiva polmonare, e poi ancora Woodbury – in cui regnava una pace apparente, più finta dell’integrità di chi governava -, il raccapricciante Terminus e infine Alexandria.
Alexandria sarà davvero un nuovo punto di partenza? Rick non sembra voler abbassare la guardia, e lo vediamo apparire nel trailer con uno sguardo acceso di una luce diversa – sinistra, folle.
C’è un altro grande dubbio sollevato dal trailer: la donna che vediamo essere in procinto di essere sbranata dagli zombie è Maggie?

Seppure l’episodio finale della quinta stagione non abbia presentato un cliffhanger clamoroso, gli interrogativi cui troveremo risposta nella nuova stagione sono davvero tanti. Un mistero da risolvere è quello della W incisa sulla fronte di alcuni cadaveri – sembra sia l’iniziale di Wolves, uno spietato gruppo di assassini di cui Andrew Lincoln parla in questi termini:
È un’enorme minaccia, in un certo senso è la tempesta perfetta”.
Manca pochissimo ormai. Gli zombie stanno tornando, pronti a divorare nuovi picchi d’ascolti e, con loro, anche il nostro gruppo preferito di sopravvissuti, al fianco del loro leader (lo sarà ancora?) Rick, la cui promessa rimane sempre valida: “Faccio del mio meglio per restare vivo”.