Articolo pubblicato su NewsCinema Magazine di Agosto 2015 – Anno II – N.07 – [Pagg. 56-60] (download qui)
Ormai è assodato che dietro al nome di Eddie Redmayne, e al suo volto da bambino compenetrato da un fascino da perfetto lord inglese, si nasconde una nuova promessa del cinema.
Edward John David Redmayne nasce a Londra nel gennaio 1982, in una famiglia abbiente che gli permette di frequentare lo stesso Eton College del Principe William e laurearsi in storia dell’arte all’Università di Cambridge – la stessa che ha frequentato a suo tempo Stephen Hawking. Curiosa coincidenza poiché proprio l’interpretazione del rinomato astrofisico segnerà la scalata al successo del giovane Eddie, il cui primo passo è degnamente rappresentato dalla vittoria della preziosa statuetta dorata come Miglior Attore. Mosso da un’irrefrenabile passione per la recitazione, Eddie si divide tra il palcoscenico teatrale, che calpesta in onore di affascinanti opere shakespeariane, le serie televisive cui prende parte e il suo vero amore: il grande schermo. Seppur figlio della Londra aristocratica, Eddie è caratterizzato da una profonda umiltà e riesce a fare tesoro di ogni esperienza:
“[…] i personaggi di Shakespeare sono icone tanto quanto Hawking. Ti ci devi avvicinare allo stesso modo, gli spettatori conoscono già quello che porterai in scena”.
Le opere di Shakespeare hanno valenza profetica nella vita del giovane attore, la cui prima parte teatrale importante è quella di Viola nella commedia shakespeariana La dodicesima notte – una ragazza che ha la bizzarra abitudine di travestirsi da uomo. I critici, che hanno molto apprezzato la sua performance, hanno asserito che con quella bocca potrebbe interpretare chiunque ed oggi, più che mai, Eddie conferma appieno la loro tesi con l’interpretazione del primo Transgender della storia – Einar Wegener in The Danish Girl (Tom Hooper, 2015). Il film, ispirato all’omonimo romanzo di David Ebershoff, è stato presentato alla 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed ha tutta l’aria di essere destinato a diventare un successo.
Ma partiamo dal principio – Eddie approda al cinema nel 2006, senza sapere assolutamente nulla sul linguaggio cinematografico: è Scarlett Johansson che gli fornisce un elenco di film che deve assolutamente vedere se vuole diventare un attore. Le sue prime apparizioni sono sancite dal film corale The Good Sheperd – L’Ombra del potere di Robert De Niro, composto da un cast a dir poco stellare in cui il giovane Eddie si ritrova due divi come genitori, Matt Damon e Angelina Jolie; in Savage Grace (Tom Kalin, 2007) è nuovamente figlio di un’attrice da Oscar, Julianne Moore, mentre in Elizabeth: The Golden Age (Shekhar Kapur, 2007) indossa i panni di un nobiluomo di quell’epoca che cerca di far scacco matto alla regina – interpretata da una splendida Cate Blanchett – e veste nuovamente costumi storici in L’altra donna del re (Justin Chadwick, 2008). Nel 2012 prende parte al musical diretto da Tom Hooper, Les Misérables in cui dimostra di avere anche delle notevoli doti canore – tanto che, come l’attore stesso rivela:
“Ogni intervista durante il press tour finiva con la richiesta di cantare qualcosa”.
Un viso d’angelo, una voce melodiosa, un impeccabile stile british e un look che l’ha reso immagine ufficiale del marchio Burberry nel 2008 e nel 2012: Eddie Redmayne è un ragazzo fortunato e talentuoso, per cui non è difficile immaginare un futuro radioso. La teoria del tutto di James Marsh ha senz’altro rappresentato per l’attore un trampolino di lancio verso il firmamento hollywoodiano: con al centro una delle menti più eccelse di sempre, il Professor Stephen Hawking, la trama del film si articola attorno alla singolare e straordinaria storia d’amore tra l’astrofisico e la sua Jane. Lui, promettente universitario appassionato di cosmologia, con un approccio alla vita di matrice scientifica, determinato a scoprire una formula matematica, una “teoria del tutto” che trovi un significato all’azione congiunta di tutte le forze dell’Universo; e lei, studentessa di Lettere, con un animo delicato, guidato dai moti delle emozioni e ben saldo nella fede. James Marsh ci racconta Hawking senza far complicati riferimenti alle sue teorie, lasciando perlopiù fuori campo quel lato intellettuale che ha reso il suo nome marchio indelebile di conoscenza e saggezza, e ponendo sotto i riflettori, il lato umano di un amore incondizionato e una vita scandita dal progredire di una malattia terribile. In particolare, il regista fa leva sul concetto di forza, di attaccamento alla vita che va oltre ogni congettura scientifica e ogni teoria – quell’energia inspiegabile per cui la medicina aveva condannato lo scienziato al verdetto inevitabile di due anni di sopravvivenza, e oggi Hawking è ultrasettantenne. Per Eddie interpretare Hawking è stata una notevole sfida, soprattutto per la difficoltà nell’interiorizzare la malattia.
“Eddie ha dovuto capire a fondo le quattro fasi della malattia e interiorizzarle: la normalità, poi un bastone, due bastoni, la sedia a rotelle e poi perdere la voce”.
Marsh riassume in fasi il complicato lavoro attoriale fatto dal giovane Eddie – il quale ne approfondisce alcuni aspetti:
“[…] Per capire qual era stato il percorso di decadimento fisico affrontato da Stephen quello che ho fatto è stato prendere il maggior numero possibile di foto di Stephen da giovane e mostrarle agli specialisti […] seguendo questo criterio sono riuscito a fare una sorta di mappatura dei suoi muscoli e del loro progressivo decadimento in rapporto agli anni”.
“[…]Nella fase successiva ho lavorato con una fantastica coreografa e insieme abbiamo riflettuto su come interpretare la malattia a livello fisico”.
Un lavoro straordinario, a tal punto che durante la prima del film, lo stesso Hawking si è emozionato:
“A tratti credevo di essere io”.
Stephen ha contribuito attivamente all’eccezionale risultato del film, sia recandosi direttamente sul set durante le prime riprese, sia prestando la propria vera voce come chiosa finale del film: inconfondibile, sintetizzata dai macchinari che gli permettono di parlare. Un’opera straordinaria che ha ricevuto i meritati riconoscimenti da pubblico e critica. Eddie, un interprete straordinario, il cui segreto per il successo risiede nella sua sconfinata umanità – per cui, una volta ricevuta l’ambita statuetta a consacrazione della magnificenza del lavoro svolto, la sua pronta reazione è stata puntare il dito verso la sua mogliettina, Hannah Bagshawe, e pronunciare solenne: “Hannah, I love you so much”.
Come già anticipato, vedremo presto l’attore fronteggiare un altra notevole sfida: affrontare un tema sensibile come la transessualità, interpretando il primo uomo al mondo che, nel Novecento, si è sottoposto ad una serie di interventi chirurgici per poter diventare donna, potrebbe garantirgli un secondo Oscar. Non è stato semplice per Eddie prepararsi a questo ruolo, poiché ha dovuto imparare a guardare la vita da un’angolazione diametralmente opposta alla propria:
“Abbiamo cercato di guardare tutto attraverso un’ottica femminile. Come sedersi, come camminare, come rimanere in posa, come mettersi un paio di calze, come indossare un paio di tacchi e come camminarci. Tutto”.
Guardando al futuro, tra i prossimi progetti della giovane stella del cinema c’è Gli animali fantastici: dove trovarli, tratto dall’omonimo romanzo dell’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling. Il film spin-off della saga, la cui uscita è prevista per novembre 2016, dedicato alla Magizoologia – ergo lo studio delle creature magiche – materia fondamentale per gli studenti di Hogwarts, in cui Eddie interpreterà il magizoologo Newt Scamandro. Il regista, David Yates, si è definito entusiasta dell’ingaggio dell’attore:
“Eddie è un attore straordinario, senza paura, pieno d’iniziativa, intelligente e sensibile. Non posso che essere eccitato all’idea di lavorare con lui in questa nuova avventura nel magico mondo di J.K. Rowling, e so per certo che anche lei prova le stesse cose”.
Non possiamo che attendere con trepidazione di vedere un nuovo volto del poliedrico Eddie Redmayne e fare il tifo per lui: “Eddie, We love you so much”!