Tra Storia e Leggenda – Genesi di un Eroe Romantico

Titolo originale: Dracula Untold

Regia: Gary Shore
Sceneggiatura: Matt Sazama, Burk Sharpless
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Richard Pearson
Scenografia: Francois Audouy
Costumi: Ngila Dickson
Musiche: Ramin Djawadi
Cast: Luke Evans, Sarah Gadon, Charles Dance, Dominic Cooper, Zach McGowan, Noah Huntley, William Houston, Art Parkinson, Ferdinand Kingsley, Paul Kaye
Produzione: Michael De Luca
Paese di Produzione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 92′

A cura di Alexia Altieri

Non poteva che spettare alla più fascinosa icona gotica della storia, inventata da Bram Stoker nel lontano 1897, il compito di suggellare l’avvio del nuovo filone Monster Universe firmato Universal Pictures. Dracula, nell’ennesima versione di sé a cui Shore conferisce un’accezione romantica e superomistica, dà il via all’ambizioso progetto della casa di produzione che culminerà con la creazione un crossover di mostri, delle maschere più terrificanti degli anni d’oro del cinema dell’orrore – fin troppo palese l’ispirazione derivante dagli Avengers marvelliani.
Eppure questa ulteriore rivisitazione dell’elegante Conte transilvano non ha toni prettamente horror, tuttavia conserva alcune tracce del genere, di cui si fa particolarmente emblematico il personaggio interpretato da Charles Dance, il “Maestro vampiro” artefice della trasformazione diabolica di Vlad.

Luke Evans è Vlad III di Valacchia: perfetto interprete di un personaggio che, nonostante porti con sé il peso di un’iconografia ben caratterizzata negli anni, fa aderire completamente a sé stesso, conferendogli l’animo tormentato e valoroso di un perfetto eroe romantico.
Shore rielabora questa figura mitica e ne fa una sottile sintesi di storia e leggenda: a metà tra il celeberrimo personaggio vampiresco creato da Stoker e il principe romeno Vlad Dracul realmente esistito, meglio conosciuto con lo pseudonimo di “Impalatore”, senz’altro più terrificante nella sua versione umana rispetto a quella letteraria di perverso seduttore.
Vlad eredita l’epiteto “Dracula” dal padre, Vlad II, il quale faceva parte di una congrega segreta di cavalieri cristiani – detta l’Ordine del Drago – che si anteponevano ai musulmani dell’Impero Ottomano. Inoltre, nella lingua rumena, Drac significa anche “Diavolo”, il che rafforza l’accezione diabolica che aleggia attorno a questa figura.

“Mio padre era una grande uomo. Un eroe, così dicono. Ma a volte al mondo non serve un altro eroe. A volte c’è bisogno di un mostro”.

Eppure, questa variante ante litteram del Principe Vlad ha ben poco di mostruoso. Il regista lo rende un personaggio positivo, facendo seguito al trend cinematografico degli ultimi anni che vede la rilettura in chiave dark di fiabe o leggende già ben radicate nell’immaginario collettivo, ed una sorta di redenzione dei “cattivi”. In questo reboot Dracula è un personaggio positivo, viene completamente sdrammatizzato, per di più gli vengono annessi valori importanti, quali l’amore per la propria famiglia e per il proprio popolo, e la disposizione al sacrificio, che ricorda vagamente la sensibile ed umana Malefica, protagonista dell’omonimo film di Robert Stromberg – Maleficent, la cui apparenza misurata alla sua vera personalità stride esattamente come un ossimoro.

L’ambientazione ed i costumi sono medievali, molto vicini alle atmosfere e alla fotografia di Game of Thrones e di Intervista col Vampiro di Neil Jordan. In un momento particolarmente bellicoso, il principe Vlad compie, una battaglia a due livelli: concretamente contro l’esercito turco, in particolare il sultano Maometto II (Dominic Cooper), al fianco del quale aveva combattuto svariate battaglie quando era solo un ragazzino, e simbolicamente contro le tenebre che, dopo essere stato trasformato in vampiro, seppur esclusivamente per 72 ore qualora non avesse ceduto alla sete di sangue, opprimevano sempre di più la sua umanità.

Da icona gotica a supereroe in perfetto stile fantasy, in questo film Dracula sembra più essere un surrogato degli eroi della Marvel: la trasformazione gli conferisce dei veri e propri superpoteri (super vista, super udito, velocità e potenza sovraumane), che egli imparerà a conoscere ed usare attraverso la sperimentazione. In particolare, a me personalmente ha ricordato molto Batman, sia per l’escamotage dei pipistrelli come simbolo identificativo, sia per quanto riguarda la scena finale, costruita sulla falsa riga del finale a sorpresa del Cavaliere Oscuro – il Ritorno di Christopher Nolan.
Ma non è l’unica citazione presente nel film: l’incipit ci mostra delle scene di combattimento attraverso l’espediente scenico dello slow motion, che ricorda lo stile di Zack Snyder in 300.
Scenografia e fotografia in stile puramente gothic / dark, con effetti speciali dal forte impatto catartico: tra cui spicca la battaglia durante la quale Vlad dirige, come un vero e proprio maestro d’orchestra, un’orda di pipistrelli che si abbattono, con il vigore di un immenso pugno, sui soldati avversari.

Se il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau in Nosferatu il vampiro strisciava come un’ombra nera nelle case, quello superbamente interpretato da Gary Oldman nel film di Francis Ford Coppola si abbigliava come un Lord e si nascondeva in fitti banchi di fumo grigio, e quello figlio dell’indimenticabile interpretazione di Bela Lugosi, squisitamente dandy, viaggiava su macchine di lusso, la versione di Luke Evans, forse maggiormente influenzata dalle versioni più recenti del vampirismo (di cui è emblematica la saga Twilight della scrittrice Stephanie Meyer) è dotato di una super velocità: corre nel bosco, vola trasfigurandosi in migliaia di pipistrelli e riesce a sconfiggere un intero esercito da solo.
Attualmente possiamo assistere ad una sorta di overdose mediatica di vampiri: a partire dalle varie trasposizioni cinematografiche (non dimentichiamo quella interpretata in chiave comica da Johnny Depp in Dark Shadows di Tim Burton) fino ad arrivare alle varie serie televisive, tra cui spiccano Vampire Diaries e True Blood, l’universo vampiresco non smette di essere rivisitato.
Nonostante le varie interpretazioni, anche in questo Dracula Untold, è presente qualche costante del Mito di Dracula, tra cui la nocività dell’argento, l’autocombustione alla luce del sole ed il paletto da conficcare nel cuore. Il tema della cristianità, invece, ha una valenza più ambigua. Nell’esercito di vampiri creato dallo stesso Vlad è presente l’innata repulsione vampiresca per tutto ciò che concerne la chiesa, ma non in Dracula, il quale fa addirittura ingresso in chiesa durante la prima fase della propria trasformazione.
Senz’altro più fedele alla sua matrice letteraria rispetto ai vampiri di Twilight, sui quali la luce del sole, invece, ha lo stesso effetto di un raggio di luce puntato su un ripiano di marmo brillante, ma comunque sprovvista di alcuni dettagli tipici del leggendario vampiro. Viene completamente elisa la dimensione sessuale, Dracula non è più l’assetato seduttore di ragazze vergini, bensì un marito ed un padre amorevole e premuroso.

Il tempo è sempre troppo breve per chi ne ha bisogno ma per coloro che amano dura per sempre”.

L’amore è un altro tema, insieme a quello del sacrificio, su cui il regista calca particolarmente la mano. Un amore eterno, che oltrepassa anche i confini della vita terrena, quello tra Vlad e Mirena (Sarah Gadon), i quali si rincontreranno tra le strade di un’altra epoca, quella contemporanea. Ma non sono gli unici a rivivere in questo futuro, poiché il film termina con un’ermetica frase pronunciata da Caligola, il Maestro Vampiro, che appare al tavolino di un bar come un altro, abbigliato da imprenditore, il quale lascia intendere che per i due amanti l’happy ending è solo provvisorio.

Un pensiero su “Tra Storia e Leggenda – Genesi di un Eroe Romantico

  1. Dracula possiede un proprio fascino, un fascino persistente e sfavillante come la pelle dei vampiri di Twilight. In Dracula Untold alcuni particolari rimangono intatti, antichi nella loro natura originaria; altri invece cambiano in maniera positiva. Ho amato questo film, e spero che qualcuno abbia il coraggio di scrivere il libro, di buon livello ed essenzialmente attaccato alle scene (tagliate enon) della pellicola. Sarebbe curioso vedere come potrebbe scriverlo Stephenie Meyer, ridifinendo i propri standard e la propria fantadia…
    Su una cosa, pero, sono d’accordo: i vampiri, per quanto affascinanti, hanno provocato una lenta e noiosa overdose nei lettori. Dunque, vi consiglio di allontanare la vostra attenzione dai succhiasangue per puntarla sui loro progenitori: i fantasmi. Recentemente, sul sito Fanfiction.net, ho scoperto un’autrice emergente dal talento eccezionale. E il suo romanzo mescola spettri, umani e un mondo quieto e sovrannaturale, perfetto nella sua fantasiosa e unica sfacettatura.
    Non e’ tanto importante che un’umana abbia una relazione con una creatura mistica (ammettiamolo, per quanto tutti si lamentino di questo “cliche”, ogni donna aspira all’amore vero ed eterno, possibile solo tramite l’incontro con un essere sovrannaturale), quanto piu l’amore in se, definito tramite la lente del fantasy.
    I fantasmi sono affascinanti quanto i vampiri. Ed entrambe le specie promettono amore, devozione ed un lieto fine eterno.

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